Fobia delle Barbie II parte (fobia specifica) Le Barbie e la Ciociara – Selfie Canale 5 Simona Ventura e Giorgio Nardone

 

Ieri sera 5 dicembre 2016, su Canale 5, è andata in onda la terza puntata del programma Selfie condotto da Simona Ventura, la trasmissione si occupa di vari aspetti del cambiamento, da quello fisico a quello psicologico e naturalmente mi soffermerò proprio su quest’ultimo.

In questa puntata vediamo la seconda parte del caso soprannominato “Le Barbie e la Ciociara” (qui il link al video) e di come viene trattato dallo Psicoterapeuta Giorgio Nardone (di cui ho l’onore di essere uno studente).

Per chi si fosse perso la prima parte trovate l’articolo in cui ne parlo qui.

 

Alessia ha sviluppato una fobia curiosa, quella delle bambole barbie, in seguito ad un trauma reale subito all’età di 3 anni, è per questo che la prima manovra riguarda proprio il passato:

  1. Il Prof Giorgio Nardone prescrive il “romanzo del trauma”: “ogni giorno la ragazza dovrà mettere per iscritto, in una sorta di racconto e nella maniera più dettagliata possibile, tutti i ricordi del trauma passato: immagini, sensazioni, ricordi, pensieri. […] la narrazione deve essere quotidiana, ridondante e il più dettagliata possibile, non deve trattarsi di una sorta di ‘diario’ o di pensieri in libertà.” (Cambiare il passato, Cagnoni – Milanese, 2009)
  2. La seconda prescrizione consiste nell’avvicinarsi alle barbie per misurare la distanza minima a cui Alessia è in grado di stare ferma di fronte ad una barbie, recandosi in un negozio dove è certa che troverà queste bambole: qui si tratta a tutti gli effetti di una manovra che potrebbe essere confusa con un’esposizione graduale in vivo utilizzata in alcuni modelli di psicoterapia, in realtà non viene mai chiesto alla persona di avvicinarsi sempre più allo stimolo, ma solo di avvicinarsi fin dove comincia a sentire la paura, questo è un cosiddetto controevitamento. Da Nardone (2016): “il controevitamento corporeo […] è stato promosso dalla tecnica della misurazione del limite” (il caso del libro parlava della fobia dei gatti).
  3. La terza tecnica, la cosiddetta “peggiore fantasia” sulle barbie (in questo caso) consiste nell’evocare volontariamente tutte le proprie peggiori fantasie sulla situazione che non siamo in grado di affrontare, durante un tempo ben preciso e delimitato (mezz’ora dopo pranzo). Questa tecnica è utilizzata per trattare i casi di paura patologica e attacchi di panico. Anche in questo caso trovate tutto chiaramente spiegato nel testo “La terapia degli attacchi di panico” Nardone, 2016.

Grazie alle telecamere possiamo vedere come viene messa in atto la misura della distanza dall’oggetto fobico: la persona si avvicina all’oggetto fino a quando comincia a sentire paura, in quel momento si ferma e una persona che è con lei misura la distanza a cui è riuscita ad avvicinarsi.

Se anche voi avete qualche fobia sicuramente vi sarete immedesimati nell’immagine spaventata di Alessia che, di fronte al suo (seppur curioso) oggetto fobico, resta impietrita e solo con grandissima difficoltà riesce a mantenere lo sguardo sulla bambola, è inoltre tipica la reazione di fuga che invece ha nel momento in cui la situazione glielo consente e lo stimolo è troppo forte (come le succede nel negozio di giocattoli). Provate a immaginare di essere nella sua situazione e di trovarvi di fronte ciò che più temete: un cane, un gatto, un ragno, un topo, un serpente, l’altezza, una piazza immensa, un luogo angusto… probabilmente rivaluterete l’immagine inevitabilmente ‘tragi-comica’ della situazione.

In conclusione la situazione iniziale di Alessia le impediva di trovarsi in alcun luogo dove fosse presente, o potesse essere presente, una bambola barbie, tanto da imporre alla madre di nasconderle quando andava a fare visita alla sorellina, ad oggi, dopo solo una settimana di terapia breve strategica, Alessia è in grado di avvicinarsi a meno di un metro da ciò che la terrorizzava solo 7 giorni prima, senza inoltre mettere in atto alcuna reazione di fuga.

Il modello di Terapia Breve Strategica presenta un’elevata efficacia ed efficienza nella risoluzione dei problemi fobici, per maggiori informazioni rimando alla bibliografia:

Cagnoni, F., & Milanese, R. (2009). Cambiare il passato. Ponte alle Grazie, Milano.

Giorgio, NARDONE (2016). La terapia degli attacchi di panico. Ponte alle Grazie, Milano

 

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