Cosa vuoi fare da grande?

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Quando ti è stato chiesto per la prima volta cosa avresti voluto fare da grande?

Non importa che tu rispondessi l’astronauta, il medico, l’avvocato, il pilota… Questa domanda, ripetuta anno dopo anno dopo anno non ha fatto altro che rafforzare la credenza che tu debba identificarti con il tuo lavoro, e, peggio ancora, che tu debba scegliere uno e un solo lavoro.

Alcune domande hanno il potere di creare delle realtà e se non si è in grado di accorgersene queste realtà, confermate anno dopo anno, sin da quando si è bambini, diventano la nostra realtà indiscutibile.

“Cosa vuoi fare da grande?” è proprio una domanda di questo tipo.

Purtroppo la realtà che si crea in questo modo è una realtà che non aumenta la possibilità di scelta ma la limita, addirittura ad un unico ambito ed orienta tutta la vita della persona sin dalla propria infanzia.

Eppure esistono tantissime persone che non si limitano a specializzarsi in un un’unica area della conoscenza, ma sono incuriosite da tante cose diverse e riescono bene in tutte queste aree, solo che ad un certo punto si annoiano e cercano altro. 

La cosa più difficile, se si è una persona multipontenziale (come dice Emilie Wapnick in un interessantissimo TED Talk ) è quella di non arrendersi alla noia per paura di perdere quello in cui si è investito precedentemente.

La creatività è alimentata dal confrontarsi con realtà differenti, conoscendo culture diverse, mondi lavorativi differenti, delle pratiche che in un ambito lavorativo possono essere consolidate, trasposte in un altro ambito possono generare grande innovazione.

Non tutti hanno un’unica vocazione nella vita e potersi permettere di pensare una cosa del genere può liberare molte persone dalla preoccupazione di cercare la propria strada, di trovare il lavoro perfetto, di pensare di essere dei falliti perchè continuano ad annoiarsi dopo qualche anno che svolgono lo stesso lavoro.

Uno dei segreti per potersi permettere questo stile di vita è quello di trovare un lavoro che ti consenta di mantenerti economicamente, mentre lasci che la tua mente si interessi sempre di cose nuove, lo sapevi che Einstein lavorava in un ufficio brevetti oppure che Bukowski ha fatto tra i più disparati lavori per potersi dedicare alla scrittura?

Se sei una persona multipotenziale ti consiglio di dare uno sguardo al sito di Emilie Wapnick dove troverai molte idee interessanti!

Leggi anche l’articolo su come evitare di procrastinare, è una delle tendenze peggiori per chi ha troppi interessi.

Se ti è piaciuto l’articolo oppure hai delle persone che continuano a chiederti cosa farai da grande… condividi e faglielo leggere!

Andrea Iengo.

Mamma aiuto! C’è un mostro sotto al letto! 6 consigli per la paura del buio

paura del buio 6 semplici consigli

Quante volte voi mamme avete sentito queste parole da vostro figlio?

Molti bambini hanno paura di dormire da soli e hanno paura del buio, non riescono a distinguere tra pericoli reali e immaginari e magari non riescono a dormire bene, tutto questo ha un impatto negativo sulla loro attenzione da svegli (pensate ad esempio ai primi anni di scuola) e, anche, sulla vita dei loro genitori!

Come possiamo aiutarli?

  1. La prima cosa da tenere presente è che le paure dei bambini sono reali. Non serve a nulla cercare di rassicurarli sul fatto che non c’è nulla da temere… d’altronde immagino che ci abbiate provato decine di volte senza alcun risultato concreto, vero?
    Non serviranno quindi frasi come “non c’è nulla di cui preoccuparsi” ascoltate le paure dei vostri figli, ma senza rassicurarli, limitatevi ad ascoltare e basta: il loro vedervi tranquilli davanti alle loro paure li contagerà e, a poco a poco, anche loro saranno più tranquilli.
  2. Se possibile evitate di spaventare i bambini con fantomatici personaggi che per punirli li rapiranno durante il sonno… uno su tutti l’uomo nero (Boogeyman) di certo non li aiutate a superare la paura del buio.
  3. Evitate situazioni ansiose per il bambino prima di andare a dormire, quindi niente TG, niente film o cartoni, soprattutto nessuna discussione con lui o con il vostro partner almeno per mezz’ora prima che il bambino vada a letto.
  4. Mostrate al bambino di comprendere le sue paure, ma non di condividerle. Se il bambino pensa che anche voi abbiate paura di qualcosa ne sarà ovviamente più spaventato.
  5. Cercate di scoprire se la paura del buio derivi da qualcos’altro: per esempio ha paura che i genitori possano separarsi?
  6. Questo punto può essere il più difficile da attuare, soprattutto all’inizio, ma è importante non assecondare le paure del bambino: se vi chiede di controllare se c’è qualche mostro sotto al letto evitate assolutamente di controllare, così facendo non fate altro che confermare le paure di vostro figlio (perchè dovreste controllare qualcosa di cui siete assolutamente certi? Forse anche voi temete che sia possibile?)

Se trovate utili queste informazioni sentitevi liberi di condividerle con chi potrebbe giovarne: hai presente quella tua amica che ha sempre gli occhi gonfi perchè il figlio ha paura del buio e non la lascia dormire? Ecco… forse a lei potrebbe essere utile…

Andrea Iengo.