Come ti convincono a dire di sì: 5 strategie a cui prestare attenzione

persuasione

Ti è mai capitato di fare un acquisto e poi subito dopo di pentirtene?

Sei mai stato fermato per strada da un dialogatore di Greenpeace o Amnesty e a colpi di “ti piacciono i bambini” o “vuoi bene agli orsi” ti sei trovato ad aver fatto una donazione ad una causa in cui magari neppure credevi?

Ti è mai capitato di cambiare gestore elettrico senza aver nemmeno capito bene i benefici che avresti potuto avere da quello nuovo?

Beh se ti è successo probabilmente chi ti ha venduto il prodotto o il servizio avrà utilizzato uno dei cosiddetti ‘principi della persuasione’: nel 1984 Robert Cialdini ha pubblicato la prima edizione del suo libro “Le armi della persuasione”, da allora è passato molto tempo, ma le tecniche attuali che sono usate per spingere le persone a decidere di fare o meno un’azione si basano sui principi individuati da lui più di 30 anni fa.

Qui è importante una premessa: la persuasione non è qualcosa di malvagio, è possibile persuadere una persona ad effettuare una scelta che sia contemporaneamente nel suo e nel nostro interesse, in questo caso vincono entrambi e questo è appunto l’uso migliore che si può fare di queste tecniche.

Se vogliamo essere attenti a non cadere invece di nuovo in qualche trappola tesa da qualche persuasore senza scrupoli dobbiamo conoscere le sue armi in modo da poter riflettere nuovamente su quanto proposto e scegliere quell’azione solo se effettivamente ci renderà felici.

Una buona tecnica è quella di pensare: domani mi pentirò di quello che sto facendo ora? Se la risposta è sì prendetevi 24 ore per decidere…

Vediamo quindi quali sono queste vere e proprie armi:

  1. Confronto: se vi propongono di acquistare qualcosa che costa molto, voi declinate l’offerta e poi vi propongono un’alternativa che costa molto meno è probabile che stanno cercando di sfruttare il principio per cui la mente davanti a un punto di riferimento può cambiare la sua propensione a scegliere, una cosa che se presentata direttamente sarebbe sembrata cara può apparire un affare se presentata dopo qualcosa di molto costoso.
  2. Riprova sociale: è un po’ il principio delle mode, se tutti fanno una cosa penserai che sia giusto farlo, hai presente quando vedi la fila fuori ad un ristorante e decidi di andarci perchè “dev’essere un buon ristorante se ha la fila”? Oppure ti sei mai chiesto perchè le pagine facebook visualizzano i tuoi amici che hanno già segnalato interesse verso quella pagina?
  3. Perchè: pare sia una parolina magica, siamo portati ad accettare incondizionatamente qualsiasi cosa purchè sia seguita da una sua spiegazione, anche se questa è del tutto illogica o superflua.
  4. Reciprocità: se ti regalano qualcosa probabilmente lo fanno per mettere in piedi il meccanismo della reciprocità, hai presente nei centri commerciali quando una hostess ti offre il caffè di una determinata marca e poi tu girando per il supermercato ti senti quasi in obbligo di acquistare quella marca di caffè?
  5. Impegno e coerenza: l’essere umano sovrastima la coerenza… pur di essere coerenti con qualcosa che si è fatto in passato è disposto a fare qualcosa che non avrebbe normalmente fatto, fai attenzione quando ti viene chiesto di esprimere il tuo accordo a qualcosa che ti può sembrare superfluo e marginale, questa tua scelta potrà in futuro condizionarne una molto più grande.

Ora che hai visto i principali meccanismi che spingono le persone a dire di sì magari eviterai di fare scelte di cui pentirti il giorno dopo!

Condividi pure questo articolo… e se poi te ne dovessi pentire?

Andrea Iengo.

Come smettere di pensare al proprio ex ragazzo: 5 facili strategie

come dimenticare ex ragazzoSei stata appena lasciata (magari appena significa da 1 anno) e non riesci ad andare avanti perchè la tua mente è sempre impegnata dal pensiero di lui?

Spesso quando una relazione si interrompe il rischio è quello di restare ossessionati dal proprio ex.

Come puoi smettere di pensare al tuo ex per poter essere più felice e più libera di fare quello che desideri?

Esistono alcuni semplici consigli che sicuramente ti daranno una mano:

  1. parlane con qualcuno di cui ti fidi, ma digli di non darti consigli, il suo ruolo sarà quello di ascoltare e basta.
  2. Probabilmente starai pensando a tutto quello che hai messo in gioco nella relazione con il tuo ex, a tutto il tempo perso. Ricordati che è lo stesso meccanismo che spinge i giocatori d’azzardo a giocare ancora e ancora cercando di recuperare quello che hanno ormai già perso, con l’unico effetto di perdere ancora di più. La tua unica ricchezza è il futuro il passato ormai è andato.
  3. Evita di controllare il tuo ex su facebook, su whatsapp, sotto casa, via email o comunque ti possa venire in mente di farlo, se proprio ne senti la necessità guarda l’orario e fallo un’ora dopo.
  4. Elimina le cose che possono ricordarti la tua relazione: regali, cose comprate insieme, fotografie, messaggi, peluches… devo continuare?
  5. Organizza un tempo per poterti ossessionare con il pensiero del tuo ex: ritagliati durante la giornata un po’ di minuti e trascorrili pensando a lui.

PS se non hai cancellato il tuo ex da Facebook NON condividere questo post! Altrimenti condividi per tutti i tuoi amici che sono stati lasciati da poco!

Andrea Iengo.

6 regole per essere più produttivi e smettere di procrastinare

shining

 

Sì adesso lo faccio…

Ma sì tanto ci vogliono solo 2 minuti…

E poi passano ore, giorni, settimane, anni…

questo scenario ti è familiare?

Bene, allora anche tu sei un procrastinatore professionista!

Lo so, è così bello lasciarsi andare alla pigrizia, ma poi a un certo punto tutti i compiti rimandati bussano alla porta ed ecco che ci tocca farli tutti insieme, magari sei anche diventato superefficiente nel rispettare tutte le scadenze, ma che fatica!

Come puoi anche tu liberarti di questa cattiva abitudine ed essere più produttivo?

  1. Imposta una sveglia almeno ogni 50 minuti per prenderti una pausa: il cervello diventa meno produttivo se non si riposa e poi… l’ozio a piccole dosi non è mica così male?
  2. Elimina le distrazioni: facebook, whatsapp, telefonate, ogni scusa è buona per il procrastinatore professionista per poter interrompere i suoi doveri e mettersi a perder tempo… Inoltre secondo uno studio del 2015 pubblicato su Journal of Experimental Psychology un’interruzione di 2,8 secondi raddoppia le possibilità che tu possa fare un errore (che poi va ovviamente corretto perdendo altro tempo) Dirai tu: ma come posso restare tutto il giorno disconnesso dal mondo? Beh, ricordati che ogni 50 minuti avrai una pausa (se avrai seguito il consiglio precedente) e soprattutto ti renderai conto che compiti che prima ti richiedevano una giornata intera adesso puoi svolgerli in un paio d’ore al massimo, bello no?
  3. Obbligati ad avere 1 ora al giorno di svago. Come diceva Jack Nicholson in Shining “Tutto lavoro e niente svago rendono Jack un ragazzo annoiato” e sappiamo tutti com’è andata a finire…
  4. Fai un compito alla volta, è incredibile quanto prima si può finire se si resta concentrati su un solo compito alla volta.
  5. La regola dei due minuti: se ti servono meno di 2 minuti per farlo fallo adesso, altrimenti programmalo per un altro momento della giornata (David Allen in Getting Things Done)
  6. Usa un timer per darti dei tempi precisi per svolgere le tue attività: se per esempio sai che ci vorranno 15 minuti per svolgere una ricerca su internet setta il timer a 15 minuti e inizia a fare le tue ricerche, quando il timer suonerà smetti immediatamente e lavora su quello che hai trovato.

Queste regole mi sono state molto utili per aumentare la mia produttività e sono del tutto compatibili con lo stile di vita di un procrastinatore professionista, quindi non temere e mettile in atto, anche tu potrai continuare ad oziare quando più ti pare se vorrai!

Se ti è piaciuto questo articolo sentiti libero di condividerlo, non subito però, magari domani…

E se… ? 4 semplici strategie per prendere decisioni complicate

come prendere decisioni

E se… ? 4 strategie per prendere decisioni complicate

Quante volte alle prese con una decisione hai cominciato a pensare “se faccio così poi cosa succederà? forse è meglio fare in quest’altro modo? oppure in effetti anche il primo non era poi così male… oppure c’è un terzo modo…?” la storia l’ha vissuta chiunque almeno una volta e spesso succede che l’indecisione provochi il blocco dell’azione: cioè pensi pensi e poi non fai nulla!

Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una.
(Confucio)

Perchè non sai come prendere decisioni complicate?

Perchè nessuno te l’ha mai insegnato!

Se a scuola insegnassero oltre alle solite materie anche come prendere decisioni complicate una volta cresciuti avremmo certamente meno problemi nella vita di tutti i giorni, ma ci sono anche delle situazioni in cui decisioni, sulla carta molto semplici, si rivelano invece decisioni complicate.

La difficoltà nel prendere una decisione raramente dipende dalla difficoltà della cosa in sé, non dipende quindi da quanto sia difficile fare ordine tra i possibili pro e contro, ma molto più spesso dipende dalla componente emozionale che associ alla decisione stessa: ti è mai capitato di avere davanti al te il quadro di una relazione sentimentale disastrosa, con tutti gli amici che ti dicevano che la cosa più semplice da fare era quella di lasciare il tuo partner e invece restavi lì a pensare e pensare ancora alla decisione da prendere?

Ecco: hai tutti gli elementi a disposizione per decidere in un certo modo eppure…

Come puoi imparare a prendere decisioni più facilmente e con meno sofferenze?

  1. fai finta che un amico ti stia chiedendo un consiglio: cosa consiglieresti a lui se fosse nella tua situazione? eliminando la componente emozionale riuscirai a vedere più chiaramente la strada giusta per te.
  2. datti una scadenza: se sei un tipo che pensa troppo prima di prendere una decisione, datti un limite di tempo da dedicare a un problema. Oggi le informazioni disponibili sono molto più numerose di quelle che il cervello umano può gestire, per cui il rischio è quello di sovraccaricarlo e di non riuscire a decidere affatto. Sei al ristorante e non sai cosa mangiare? Prendi il tuo cellulare e imposta il timer a 2 minuti, poniti l’obiettivo di decidere prima che il timer suoni. La decisione sarà irrevocabile almeno fino al prossimo pasto 🙂
  3. una volta presa una decisione parlane ai tuoi amici: sarà più difficile tornare indietro e avviare di nuovo il meccanismo che ti blocca all’interno dei tuoi pensieri immobilizzandoti.
  4. prendi un pezzo di carta per ogni scelta che hai, facci delle palline, mescolale e poi prendine una a caso: se non ti piace quello che hai estratto scartala e vai avanti 🙂

 

Quali decisioni proprio non riesci a prendere?

Condividi questo articolo con tutti i tuoi amici indecisi! Oppure no? Forse è meglio di no… Ma sì dai, condividilo!

Andrea Iengo.

Mamma aiuto! C’è un mostro sotto al letto! 6 consigli per la paura del buio

paura del buio 6 semplici consigli

Quante volte voi mamme avete sentito queste parole da vostro figlio?

Molti bambini hanno paura di dormire da soli e hanno paura del buio, non riescono a distinguere tra pericoli reali e immaginari e magari non riescono a dormire bene, tutto questo ha un impatto negativo sulla loro attenzione da svegli (pensate ad esempio ai primi anni di scuola) e, anche, sulla vita dei loro genitori!

Come possiamo aiutarli?

  1. La prima cosa da tenere presente è che le paure dei bambini sono reali. Non serve a nulla cercare di rassicurarli sul fatto che non c’è nulla da temere… d’altronde immagino che ci abbiate provato decine di volte senza alcun risultato concreto, vero?
    Non serviranno quindi frasi come “non c’è nulla di cui preoccuparsi” ascoltate le paure dei vostri figli, ma senza rassicurarli, limitatevi ad ascoltare e basta: il loro vedervi tranquilli davanti alle loro paure li contagerà e, a poco a poco, anche loro saranno più tranquilli.
  2. Se possibile evitate di spaventare i bambini con fantomatici personaggi che per punirli li rapiranno durante il sonno… uno su tutti l’uomo nero (Boogeyman) di certo non li aiutate a superare la paura del buio.
  3. Evitate situazioni ansiose per il bambino prima di andare a dormire, quindi niente TG, niente film o cartoni, soprattutto nessuna discussione con lui o con il vostro partner almeno per mezz’ora prima che il bambino vada a letto.
  4. Mostrate al bambino di comprendere le sue paure, ma non di condividerle. Se il bambino pensa che anche voi abbiate paura di qualcosa ne sarà ovviamente più spaventato.
  5. Cercate di scoprire se la paura del buio derivi da qualcos’altro: per esempio ha paura che i genitori possano separarsi?
  6. Questo punto può essere il più difficile da attuare, soprattutto all’inizio, ma è importante non assecondare le paure del bambino: se vi chiede di controllare se c’è qualche mostro sotto al letto evitate assolutamente di controllare, così facendo non fate altro che confermare le paure di vostro figlio (perchè dovreste controllare qualcosa di cui siete assolutamente certi? Forse anche voi temete che sia possibile?)

Se trovate utili queste informazioni sentitevi liberi di condividerle con chi potrebbe giovarne: hai presente quella tua amica che ha sempre gli occhi gonfi perchè il figlio ha paura del buio e non la lascia dormire? Ecco… forse a lei potrebbe essere utile…

Andrea Iengo.

Se mi lasci ti… ricordo!

Dopo una delusione d’amore, un incidente, un’esperienza traumatica di qualche tipo ti è mai capitato di pensare “vorrei poter cancellare tutto!”?
È proprio questo pensiero alla base della storia di un film di qualche tempo fa “se mi lasci ti cancello” con Jim Carrey.

L’idea in sé è di certo affascinante…

Una comoda scorciatoia per superare la sofferenza del momento, ma pensaci un attimo: cosa saresti senza i tuoi ricordi? Senza le tue esperienze, senza la tua identità

Ma cosa fare se un ricordo ci tormenta e torna e ritorna in continuazione rendendoci impossibile svolgere la vita in maniera normale?

In questo caso può essere utile mettere ordine nei nostri ricordi, riattraversandoli in ordine cronologico insieme alle sensazioni che portano con sé anche se molto dolorose.

Ti propongo un piccolo esercizio da fare per un paio di settimane :

1 Scegli un ricordo che vorresti “sparisse”
2 Usa un registratore e ogni giorno alla stessa ora registra per 10 minuti la tua voce mentre parli di quel ricordo, partendo dall’inizio della storia (ogni giorno potrai registrare un “capitolo”)
3 Riascolta quello che hai registrato
4 Ora racconta la stessa storia, ma datti come limite 5 minuti di registrazione
5 Riascolta i 5 minuti

Raccontami nei commenti com’è andata con l’esercizio!

Andrea Iengo.

Come sopravvivere alle critiche dei familiari

critiche

La famiglia è probabilmente il luogo dove vengono combattute le più sanguinose battaglie dell’era moderna, nell’ambiente familiare ‘protetto’ si ricevono critiche feroci, accuse, veri e propri processi sommari stile inquisizione: come fare a sopravvivere?

 

Le critiche sono un modo per l’altro per dirci che si preoccupa per noi

Molti pensano che per prendersi cura di qualcuno bisogni preoccuparsene, ma il passo tra il preoccuparsi di qualcuno e criticare le sue scelte è molto breve…

Se sei oggetto di critiche da parte dei tuoi familiari ricorda che potrebbe essere l’unico modo che conoscono per dimostrarti di prendersi cura di te.

 

Parla: dici ai tuoi familiari che possono dimostrarti diversamente il loro affetto

Se i tuoi familiari ti criticano ricorda che è il loro modo di prendersi cura di te, saranno felici di trovare un modo più costruttivo per entrambi di sfruttare tutto questo.

Pensa se tua madre invece di criticarti perchè hai un lavoro sottopagato ti suggerisse qualche offerta di lavoro che ha trovato leggendo il giornale: non cambierebbe completamente lo scenario?

Trova un modo alternativo per i tuoi familiari per esprimere il loro prendersi cura di te e suggerisciglielo! Nemmeno loro sono felici di criticarti…

 

Dai priorità alle cose

Spiega a chi ti critica che puoi concentrarti su un obiettivo alla volta se vuoi essere sicuro di raggiungerlo, anche tua madre sarà costretta a guardare diversamente la situazione se le dici: “preferisci che abbia un futuro migliore studiando anche la notte se serve oppure preferisci che vada a letto alle 10 di sera abbandonando ogni possibilità di carriera?”

 

Gli attacchi che ti vengono fatti non sono fatti a te come persona, ma a quello che fai

Ricorda sempre, anche se nell’ambiente familiare spesso è difficile differenziare i livelli, che una critica a qualcosa che hai fatto non è una critica a te in quanto persona.

Fallo notare anche ai tuoi familiari parlandogliene: le critiche sono utili a migliorare se sono rivolte alle azioni, ma sono totalmente negative e controproducenti se sono rivolte alla persona.

E tu? Ti capita mai di essere criticato in famiglia?

Come reagisci?

Se ti è piaciuto l’articolo condividilo!

 

I 4 segnali di una relazione tossica

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Mancanza di fiducia

Se arriva un messaggio sul suo whatsapp o sul suo facebook sei sicuro/a che si tratti di un tradimento?

Non riesci a fidarti di quello che l’altro ti dice?

Una relazione sana si basa sulla fiducia, che è la base da cui partire per poter mettersi in discussione.

Gelosia

Il tuo partner esce con un amico/a e non riesci a fidarti del fatto che siano solo amici e non invece amanti?

Hai sempre l’orecchio teso per ascoltare le telefonate del tuo partner?

Beh… la gelosia, anzi, il controllo, non è un buon presupposto per una relazione sana in cui entrambi hanno la possibilità di esprimersi e crescere, migliorando sempre invece che chiudendosi…

Sensi di colpa

Ti senti in colpa quando fai qualcosa che ti piace e che magari prima di incontrare il tuo partner facevi spesso e con piacere?

Alcune persone sono molto brave nel trasmettere la sensazione che l’altro sia colpevole di qualcosa, non necessariamente con le parole, a volte basta la comunicazione non verbale, come uno sguardo o un gesto.

Perdita di contatto con gli amici

Non uscite mai con i tuoi amici? A lei/lui non piacciono i tuoi amici e quindi li vedi sempre meno?

A volte hai l’impressione che l’embargo cubano sia stato una passeggiata in confronto alla tua relazione?

C’è davvero bisogno che ti dico che forse dovresti farti qualche domanda?

E tu ti ritrovi in qualcuno di questi casi o ti è capitato in passato e ne se venuto/a fuori?

Racconta la tua esperienza nei commenti!

 

Per la meravigliosa immagine ringrazio Zig

Stress buono e stress cattivo: come gestire lo stress

gestire lo stress - Napoli

Che cos’è lo stress?

Lo stress è una condizione -del tutto normale- in cui si trova un organismo quando si trova a fronteggiare un cambiamento o un problema.

Cosa fa lo stress al nostro corpo?

Lo stress aumenta il battito cardiaco e causa il rilascio di alcuni ormoni(1) che consentono di aumentare le nostre performance.

Quando lo stress è buono?

Lo stress ci fa bene quando ci consente di affrontare i problemi e risolverli più velocemente e in maniera più efficace, come già detto, infatti, lo stress migliora le performance.

Quando lo stress ci fa male?

I problemi nascono quando non sappiamo gestire lo stress e mettiamo in atto strategie sbagliate per risolvere il problema che abbiamo davanti, in questo caso la condizione di stress dura troppo a lungo e il nostro corpo non è in grado di sopportarla: c’è il concreto rischio che questa condizione porti ad un infarto.

Come possiamo trasformare lo stress cattivo in stress buono?

Per imparare a gestire lo stress innanzitutto dobbiamo assumerci la responsabilità per ciò che ci accade: piangersi addosso perchè il capo ci dà troppo lavoro (ma noi lo accettiamo e non abbiamo il coraggio di negoziare), perchè il lavoro non lo troviamo (ma magari c’era un’offerta di lavoro che abbiamo scartato perchè troppo lontano da casa), perchè ci va tutto male (se continuiamo a mettere in atto le stesse azioni non possiamo stupirci che le cose vadano sempre allo stesso modo), perchè abbiamo mille obblighi (siamo noi a costruirci le gabbie in cui poi stiamo chiusi) NON SERVE A NULLA.

Quindi?

Quindi rimbocchiamoci le maniche, individuiamo innanzitutto le strategie fallimentari:
[checklist icon=”” iconcolor=”” circle=”” circlecolor=”red” size=”13px” class=”” id=””]

[li_item icon="fa-times"]Fumare[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Bere birra, vino e alcolici in genere[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Mangiare 'schifezze' e mangiare troppo in generale[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Bighellonare davanti alla TV o al PC[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Usare droghe o farmaci per rilassarsi[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Dormire troppo[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Procrastinare le attività[/li_item]
[li_item icon="fa-times"]Prendersela con gli altri, ad es. litigare con il partner[/li_item]
[/checklist]

questi sono solo alcuni dei modi in cui possiamo peggiorare la situazione di stress in cui ci troviamo e, se perpetrati a lungo, rendono la condizione insostenibile e dannosa per l’organismo (non vorreste essere stroncati da un infarto mentre state svolgendo un compito gravoso e spiacevole, vero?)

Liberata la mente dagli errori più comuni vediamo quali possono essere invece delle abitudini sane per gestire lo stress:

[checklist icon=”fa-check” iconcolor=”” circle=”” circlecolor=”#7bff00″ size=”15px” class=”” id=””][li_item icon=””]Fare attività fisica, anche solo mezz’ora di camminata al giorno ha effetti benefici
[/li_item][li_item icon=””]Socializzare: avete presente tutte quelle persone che vedete tutti i giorni ma con cui non avete mai scambiato una parola al di fuori del lavoro? Ecco…
[/li_item][li_item icon=””]Imparare a dire NO: se non avete voglia di fare qualcosa nessuno vi obbliga, la maggior parte delle cose che dobbiamo fare è perchè le abbiamo scelte
[/li_item][li_item icon=””]Evitare le situazioni stressanti se non sono necessarie[/li_item][li_item icon=””]Svolgere un’attività alla volta e non cominciare la successiva finchè non si è terminata la precedente[/li_item][li_item icon=””]Guardare le situazioni in modo positivo: si è bloccato l’ascensore? Sarà un’occasione per fare amicizia con gli altri[/li_item][li_item icon=””]Migliorare le abitudini alimentari[/li_item][li_item icon=””]Imparare a mediare: è inutile e stressante scontrarsi con un inevitabile fallimento, chiediti quindi se valga o meno la pena lanciarsi in una discussione o se lasciar perdere[/li_item][/checklist]

Ti dici mai “devo fare questa cosa, ma non vorrei”?

Anche tu a volte metti in atto qualcuna di queste modalità?

Pensi che la gestione dello stress sia una parte importante della tua vita?

Pensi che le persone attorno a te dovrebbero imparare meglio a gestire lo stress?

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Per qualsiasi chiarimento commenta qui in basso nella sezione commenti!

Grazie e alla prossima, Andrea.

 

1: cortisolo, aldosterone, adrenalina, noradrenalina

Ansia da esame corso a Napoli

Come ho imparato a superare gli esami ed essere felice

Hai voglia di sentirti bene prima di un esame e anche durante?

Vuoi essere sicuro delle tue capacità e riuscire a dare il meglio di te nelle situazioni stressanti?

L’ansia da esame ti impedisce di dare il meglio?

Gli esami non finiscono mai… ed è proprio vero! Ogni situazione può essere vissuta come un vero e proprio esame e se imparerai a trasformare lo stress negativo in stress positivo, potrai affrontare le situazioni di valutazione in maniera leggera e spensierata!

Workshop PRATICO per il superamento dell’ansia da esame!

Due psicologi ti sveleranno i segreti per affrontare le situazioni più difficili senza paura!

Hai sempre invidiato chi agli esami mantiene la calma e, anche grazie a questo, ha risultati più brillanti dei tuoi nonostante non abbia la stessa preparazione?

Vuoi imparare a gestire invece che subire l‘ansia da esame?

 

Corso ansia da esame a Napoli

Sono in programma:

  • tecniche di rilassamento
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  • gestione dello stress
  • strategie anti-ansia
  • simulazioni d’esame
  • verifica pratica di quanto appreso

Tutto il programma sarà pratico, uscirai dalla giornata avendo provato sulla tua pelle tutto ciò che ti insegneremo.

 

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