Sei stanco di persone che vogliono sempre avere l’ultima parola?

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Chi non ha mai avuto a che fare con un amico, un collega, magari un partner o un genitore che, in qualsiasi discussione volesse sempre e immancabilmente avere l’ultima parola?

Magari invece è proprio a te che viene detto che vuoi sempre avere l’ultima parola…

Cosa si può fare quando si ha a che fare con questo problema, sia che ne siamo vittime che artefici?

Innanzitutto bisogna sempre tenere presente che in qualsiasi discussione non esiste un punto di vista giusto e uno sbagliato, in quanto punti di vista entrambi hanno delle basi, provengono da un ragionamento, da un’esperienza di vita, dalla propria cultura, ogni punto di vista è degno di esistere.

 

Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere.
(Pablo Picasso)

 

Chi vuole avere l’ultima parola in una discussione difficilmente ascolterà realmente ciò che l’altro ha da dire, ma si concentrerà solo su come potrà controbattere: questo ci impedisce di riuscire a calarci nei suoi panni.

Liberiamo la mente dal preconcetto che esista un’unica realtà assoluta (e che magari siamo noi ad esserne i detentori…) tutto ciò che sappiamo del mondo è solo una sua visione parziale, visione che prende in considerazione degli elementi e ne esclude necessariamente degli altri, l’altra persona è proprio quella che ci permette di venire in contatto con gli elementi che non abbiamo considerato: se vogliamo avere necessariamente l’ultima parola non saremo liberi di scegliere se considerare o meno gli elementi di novità che l’altro ci porta, che poi è la vera ricchezza offerta dalle interazioni umane.

Barricarsi dietro l’orgoglio dell’avere l’ultima parola non ti renderà certamente libero, anzi, diminuirà le tue possibilità di scelta, facendoti fossilizzare sempre sulle stesse idee: un sistema che non si evolve non può che collassare su se stesso.

E a te quante volte è capitato di avere la voglia irrefrenabile di avere l’ultima parola in una discussione?

Gelosia: un cane che si morde la coda

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Quando il tuo partner esce con gli amici hai la sensazione che stia facendo qualcosa alle tue spalle?

Se torna tardi a casa hai la certezza che quell’imprevisto che gli ha impedito di rientrare dal lavoro sia quell’attraente collega che hai visto in ufficio l’altra volta?

Ogni volta che parla con una persona del sesso opposto hai la certezza matematica che ci sia qualcosa in più di una semplice chiacchierata?

Ti hanno sempre detto che la gelosia è il segno inconfutabile del vero amore? (ti consiglio di dare uno sguardo a questo articolo sulle relazioni tossiche)

Che tu sia nel ruolo di chi è geloso o dell’oggetto di questa gelosia, sicuramente non stai passando un bel momento…

Da dove viene la gelosia?

La prima componente non ha nulla a che vedere con l’amore, ma col possessoed è la paura, paura di perdere l’altra persona.

Da dove viene questa paura?

Innanzitutto c’è una componente di bassa stima di sè stessi per cui ci si compara continuamente agli altri uomini o alle altre donne e ci si vede troppo bassi, troppo alti, troppo grassi, troppo magri… quasi come se fossimo solo un prodotto da vendere.

Il tuo partner è solo il suo aspetto fisico? Potresti cambiare partner solo perchè ne trovi uno esteticamente più attraente? Beh, credo proprio di no… e credo che nemmeno l’altra persona la pensi così, quindi smettila di compararti a tutti gli altri, non serve!

Ricorda: tutto ciò che ha un’inizio ha anche una fine.

Non si tratta di pensare se finirà, ma di quando finirà: all’interno di una storia d’amore echeggia spesso il per sempre, ma torna un attimo sulla terra… nulla è per sempre, nella migliore delle ipotesi sarà finchè qualcuno dei due, o entrambi, non morirete.

Se invece la tua relazione dovesse malauguratamente finire prima della tua vita organizzati in modo che frasi del tipo “non posso vivere senza di te” siano decisamente false: magari pensi sia saggio fare un’assicurazione sulla vita e invece non pensi a cosa succederebbe se la tua storia dovesse finire?

Se hai costruito tutta la tua vita intorno all’altra persona ho una brutta notizia: sei nei guai. E anche quella che all’inizio poteva essere una relazione sana si trasforma in una relazione tossicanon hai più la libertà di scegliere l’altra persona giorno per giorno, ma sei obbligato a farlo per evitare che la tua vita perda di senso.

Ricorda: la gelosia non riguarda l’altra persona, ma te stesso. Sono le tue insicurezze, il tuo bisogno di possesso e il tuo continuo compararti agli altri che fanno scattare in te la paura di essere vittima di un tradimento.

Hai mai sentito parlare delle profezie che si autoavverano?

Immedesimati in questa situazione:

il tuo partner, che tu ami e che non tradiresti mai, improvvisamente si mostra freddo con te, non vuole dirti cosa succede, finchè non riesci ad ottenere una risposta: è nervoso perchè hai parlato con quel tuo collega con cui sicuramente hai un flirt.

Tu, ovviamente smentisci tutto, non hai mai pensato di tradire il tuo partner e, utilizzando il linguaggio della ragione, cerchi di spiegargli che quello che pensa non è vero.

L’altro vedendoti negare pensa: “è chiaro che neghi, non ammetteresti mai un tradimento!” e si mostra ancora più ostile nei tuoi riguardi.

Tu cominci a perdere la pazienza di fronte a questi attacchi ingiustificati e cerchi di convincerlo in tutti i modi a smetterla.

L’altro vedendoti così colpito dalle sue accuse ha la prova del tuo tradimento: perchè ti scaldi così se non è vero?

Come pensi possa concludersi la storia?

Tendenzialmente ci sono due possibilità:

  • rompi la tua relazione
  • seccato dal fatto di essere accusato per qualcosa che non hai fatto pensi bene di dare un senso a quelle accuse tradendo.

Con il tuo atteggiamento hai spinto l’altro a lasciarti o a tradirti: hai creato una profezia e, comportandoti come se quella cosa fosse vera, l’hai resa reale.

Come puoi vedere entrambi gli esiti di una relazione colma di gelosia vanno a minare le basi stesse della gelosia: che senso ha desiderare il possesso esclusivo di una persona che, a causa del nostro stesso desiderio, andrà via o ci tradirà?

Andrea Iengo.

Stanco di litigare? 7 strategie per evitare inutili discussioni.

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Ti è mai capitato di litigare con qualcuno a cui vuoi bene e poi accorgerti che il problema di base da risolvere non era poi così importante?
Sei una persona molto calma, ma quando si tratta di discutere con un tuo caro ti accorgi che diventi “un’altra persona” e ti trovi, senza volere, ad alzare i toni?
Ti sei mai chiesto perchè ti è difficile avere a che fare proprio con le persone a cui vuoi più bene?

I litigi si basano su due differenti ordini di cause:

  • Situazioni
  • Emozioni

Quando hai a che fare con una persona di cui ti importa poco entrano in gioco soprattutto le situazioni, quindi tutto ciò che è pratico e concreto e che puoi elaborare con una lucida analisi delle opportunità e dei pro e contro.
Se, invece, stai discutendo con una persona cara, un genitore, un figlio, un compagno, ecco che la maggior parte dell’attenzione viene presa dalle emozioni: la parte situazionale del problema passa in secondo piano e la discussione si trasforma facilmente in litigio, a prescindere dalla causa che l’ha scatenata.

Come puoi fare ad uscire fuori da questa trappola?

  1. La prima fase è separare le emozioni dalle situazioni, come fare?
    Le emozioni più diffuse in una discussione possono essere la rabbia e la paura, due emozioni altamente funzionali, ma che vanno utilizzate nel modo giusto: difficilmente la vostra discussione su chi deve portare fuori la spazzatura sarà influenzata positivamente da una emozione del genere.
    Il modo più semplice per evitare di affrontare una situazione con rabbia è quello di uscirne per un attimo, fai una passeggiata di 20 minuti, vai in un’altra stanza e ascolta della musica, fai un’attività fisica che sia in grado di farti esprimere questa energia.
  2. Una volta che ti sarai preso cura dell’emozione dovrai affrontare la situazione, quindi il problema concreto in sè, non commettere l’errore di pensare che poichè la rabbia e la paura non ci sono più tutto è passato: il sacco della spazzatura è ancora lì in cucina che ti aspetta!
  3. Definisci bene il problema. La mente per risparmiare energie utilizza un processo chiamato di generalizzazione, che però, in alcuni casi, crea un po’ di problemi.
    Pensa ad un problema posto in questi due modi:
    1. Non mi aiuti mai
    2. Oggi sono stanco/a e mi ha fatto arrabbiare il fatto che tu non abbia pensato di portare la spazzatura fuori al posto mio, e mi rendo conto di aver sbagliato a non avertelo chiesto.
    Quale delle due frasi hai sentito più spesso? E quale, invece, definisce un problema in maniera chiara e non equivocabile?
  4. Ammetti di aver sbagliato, di poter fare diversamente: non aver paura di ammettere di aver fatto qualcosa che avresti potuto fare meglio, nessuno è immune da errori.
  5. Collabora per risolvere il problema: nelle discussioni ci si mette l’uno contro l’altro, la vittoria di uno coincide con la sconfitta dell’altro, nel frattempo la spazzatura è ancora lì ad aspettarvi. Focalizzandosi sul problema ben definito è facilissimo giungere ad un accordo che vada bene ad entrambi, iniziando finalmente a cooperare invece che competere.
  6. Elimina le parole MA e PERO’: è probabilmente la cosa più difficile che puoi fare e che avrà i migliori risultati in una discussione.
    Guarda tu stesso la differenza tra queste due frasi:
    1.Hai ragione, però la spazzatura la butto sempre io.
    2.Hai ragione e pensavo che volessi darmi una mano buttando tu la spazzatura.
    Quale delle due accende la discussione e quale invece va verso una risoluzione del problema?
  7. Dopo aver spento il litigio e risolto il problema è finalmente il momento per fare qualcosa di bello insieme!

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Andrea Iengo.